
Inauguriamo questa rubrica intitolata “I ferri del mestiere dello scacchista” con una triade irrinunciabile: la scacchiera, i pezzi, l’orologio.
Iniziamo col dire dire che se non avete in casa una scacchiera da torneo, non potete neanche considerarvi degli apprendisti. Sì, d’accordo, l’abito non fa il monaco e certo la scacchiera non fa il giocatore, ma senza lo strumento essenziale numero uno per lo studio degli scacchi, be’, amici miei, temo che non andrete molto lontano… Le ragioni sono molteplici.
Per prima cosa, la tridimensionalità.
Studiare e allenarsi unicamente sulle due dimensioni di uno schermo pixellato predispone a una sorta di disorientamento quando si passa a un’arena di gioco tridimensionale. Il mondo là fuori è in 3D e questo è un fatto che non si può ignorare (con buona pace di Zuckerberg e degli altri magnati dell’informatica…). Tocca farsene una ragione.
Secondariamente, le dimensioni.
Non si possono comprendere a fondo i segreti di un gioco così complesso senza il supporto di un tavoliere degno di questo nome. Inoltre, anche in questo caso, l’abitudine a utilizzare scacchiere troppo minute, magari sullo schermo del proprio smartphone, rende difficile il passaggio a un formato più grande.
La misura regolamentare di una casella va dai 50 e ai 60 mm (in pratica, più o meno la dimensione di un’intera scacchiera sul display di un IPhone…). L’altezza del re va dagli 85 ai 105 mm e per abbinare una determinata scacchiera a un determinato set di pezzi esistono un paio di verifiche pratiche che si possono effettuare: ad es. una casella dovrebbe poter accogliere lo spazio occupato da quattro pedoni o da una torre coricata e disposta in diagonale. In genere, comunque, sui siti di e-commerce scacchistico sono già riportati gli abbinamenti consigliati, per facilitare l’acquisto.
C’è poi la questione delle coordinate.
Non tutte le scacchiere sono dotate di numeri e lettere per la notazione algebrica delle mosse. Dotarsi di una scacchiera fornita di questi riferimenti è ovviamente importantissimo per chiunque desideri affrontare lo studio in maniera seria. Le partite e le posizioni di scacchi, infatti, sono registrate in un linguaggio internazionale che sfrutta il campo di gioco come un piano cartesiano, con le lettere a rappresentare le ascisse (c.d. colonne) e i numeri rappresentare le ordinate (c.d. traverse). Dal loro incrocio si determina la posizione esatta di ogni pezzo, un po’ come quando da piccoli si giocava a battaglia navale. Tanto per fare un esempio, alla sua prima mossa il cavallo bianco sul lato di re può muoversi in “h3” oppure in “f3”. Se decidessimo per la seconda opzione, allora annoteremmo sul nostro formulario la mossa “Cf3”. Questo è un aspetto decisivo, perché non si possono consultare manuali, riviste e siti web, né registrare le proprie partite per una successiva analisi, senza aver prima imparato a leggere e scrivere nella lingua deli scacchi.
Infine, il tatto.
Siamo sinceri: toccare i pezzi con le proprie mani non ha prezzo, soprattutto se i pezzi in questione sono forgiati dal legno (e se sono dotati di un contrappeso in piombo per una maggiore stabilità). Dite pure quello che volete, ma se fossimo stati progettati per spostare i pezzi con un solo dito sullo schermo di un telefono, è più che probabile che l’Altissimo non si sarebbe premurato di fornirci in dotazione anche le restanti nove falangi… Spostare sulla scacchiera pedoni, cavalli, alfieri, torri, regine e re aiuta a memorizzare schemi e varianti. L’assenza di un tasto “Avanti” e di uno “Indietro” obbliga a uno sforzo mentale che favorisce il consolidamento di blocchi compatti di informazioni (detti “Chunk” e “Template”). Il fatto di dover ricostruire ogni volta la posizione, dopo aver esplorato fino in fondo una variante, aiuta a scolpire nella propria mente il ricordo di ciò che si è visto e su cui si è ragionato. Inutile nascondercelo: non c’è apprendimento senza fatica!
La foggia standard comunemente adottata nei tornei di scacchi è detta “Staunton”, in onore allo scacchista inglese Howard Staunton, che tuttavia non la ideò né la realizzò, ma che ebbe il merito di farla conoscere attraverso la rubrica scacchistica da lui curata nell’ambito del The Illustrated London News. Il design Staunton è ormai uno standard universalmente diffuso, per cui vi consiglio di non deviare da esso, evitando di abituare l’occhio a formati differenti (per quanto allettanti siano gli scacchi di Harry Potter o dei Simpson, ecco, sarebbe meglio resistere alla tentazione…).
Insomma, ormai dovrebbe esservi chiaro che scacchiera e pezzi regolamentari sono essenziali per lo studio casalingo degli scacchi; se dunque non li avete, correte a comprarli oggi stesso!
E l’orologio?
Passando poi alla terza componente della nostra triade, possiamo affermare che l’orologio è un elemento fondamentale di ogni disputa scacchistica. Personalmente lo ritengo il diciassettesimo pezzo in campo (oltre ai sedici canonici), e chiunque abbia perso una partita in posizione vantaggiosa a causa delle ristrettezze di tempo non potrà che darmi ragione. Per questo, consiglio sempre ai miei allievi di risolvere esercizi alla scacchiera impostando un tempo limitato per trovare la soluzione, in modo da simulare una situazione di torneo.
Tutto sommato, almeno in un primo momento, l’acquisto di un orologio è una spesa non strettamente necessaria. Esistono infatti una quantità di applicazioni che è possibile scaricare e installare sul proprio smartphone e che simulano un vero e proprio orologio di scacchi. Se però avete una voglia matta di ascoltare il “click” di un timer digitale o il ticchettare ipnotico di un orologio vecchio stile, sappiate che il mondo dei venditori on-line non attende altro. A voi la scelta.
In conclusione, scacchiera, pezzi e orologio compongono l’immancabile kit del bravo studente. I primi due possono essere acquistati allo stesso prezzo di una pizza consumata al tavolo (seppure in versione economica: es. pezzi in plastica senza piombo e scacchiera di cartone o di tela), mentre alla mancanza di un orologio è possibile sopperire con una delle molte applicazioni gratuite disponibili negli store on-line.
Manca ancora qualcosa? Sì, un avversario!
Il progetto Cataniascacchi.it è nato nel 2015 proprio per mettere in contatto fra loro appassionati di ogni età e livello di gioco.
Agli appuntamenti del LOcale Circolo degli Ultimi Spingilegno (LOCUS) i frequentatori abituali e saltuari si esercitano su scacchiere in legno tridimensionali e regolamentari, agguantando pezzi in legno altrettanto tridimensionali e regolamentari. I timer impiegati per disputare le partite amichevoli e quelle del consueto torneo blitz settimanale sono gli stessi adottati dalla FIDE (la federazione internazionale degli scacchi). Se la contemporaneità e la digitalizzazione non vi hanno ancora digeriti (anzi, a maggior ragione se le cose stanno così…), è proprio venuto il momento di fare un salto a uno dei nostri incontri settimanali. Il nostro Circolo di Scacchi (LOCUS) vi aspetta!
Simonpietro Spina
(Istruttore FSI-FIDE e Fondatore di Cataniascacchi.it)

