Aforismi

Ecco una collezione di miei aforismi in bianco e nero, ispirati dalle lunghe ore di lotta e di studio trascorse alla scacchiera.

Tutti gli aforismi sono di mia composizione. La citazione di aforismi altrui (fra parentesi quadre) serve a sottolineare il debito in termini di ispirazione, consentendo al lettore di cogliere ogni eventuale sottinteso.

La riproduzione dei contenuti di questa pagina è consentita, purché ci si ricordi di citare la fonte (Cataniascacchi.it) e l’autore (Simonpietro Spina).

Buona lettura 😉


Indice degli argomenti:

  1. Definizioni (11)
  2. Regole (11)
  3. Elo (4)
  4. Zeitnot (11)
  5. Sbagliare (5)
  6. Resistere (6)
  7. Rilassarsi (8)
  8. Perdere (8)
  9. Analizzare (10)
  10. Pattare (7)
  11. Pratica (3)
  12. Maestria (7)
  13. Tattica (5)
  14. Strategia (2)
  15. Aperture (6)
  16. Finali (2)
  17. Tecnologia (8)
  18. Libri (6)
  19. Obiettivi (6)

1. Definizioni

#1

SCACCHI: Salvifica, Criptica Arte Che Caissa Ha Inventato.

#2

Se qualcuno ti domanda perché giochi a scacchi, tu dagli scaccomatto.

#3

Negli scacchi c’è tutto, non manca niente: se non riesci a vederlo, corri a studiare!

#4

I problemi affliggono la gente comune; uno scacchista non consente mai che le cose brutte accadano.

#5

Uno scacchista è quel particolare tipo di supereroe il cui potere è di spostare le torri col solo pensiero; il guaio è che lo fa nella sua mente e perciò nessuno lo crede speciale.

#6

Adoro che a scacchi si giochi in silenzio: le sole cose che sai del tuo avversario sono il colore dei suoi pezzi e quello dei suoi occhi (a meno che, ovviamente, non si giochi on-line; in quel caso, solo la prima).

#7

Durante una partita di scacchi puoi dire le cose peggiori al tuo avversario pur restando in silenzio: certe mosse echeggiano nella quiete dalla sala di gioco come ingiurie impronunciabili. Non ci credete? È ovvio che non avete mai subito un doppio di cavallo.

#8

Pare che una volta il GM olandese Jan Hein Donner affermò che l’amore è cercare tutta la vita d’insegnare a tua moglie a giocare a scacchi. Può darsi, ma forse l’amore è anche sopportare per tutta la vita che qualcuno cerchi di insegnarti a giocare a scacchi.

[L’amore è cercare tutta la tua vita d’insegnare a tua moglie a giocare a scacchi. (Jan Hein Donner)]

#9

Si dice che in paradiso gli scacchi vadano di gran moda, da quando, nel 2008, anche Bobby si è unito alla combriccola.

#10

Ho giocato a dama molte volte con Dio, e ho sempre vinto. A scacchi, tuttavia… Lì, sì, non c’è stata storia.

#11

Vadano all’inferno tutti quanti: io gioco a scacchi!

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2. Regole

#1

Gli scacchi non sono complicati, è che li presentano così.

[Io non sono cattiva, è che mi disegnano così. (Jessica Rabbit)]

#2

«E dunque queste sarebbero le regole degli scacchi? Sembra tutto piuttosto semplice.»

«Infatti… Adesso, però, giochiamo un po’ a nascondino, papà?»

#3

Principiante: «Vuoi giocare?»

Lucifero: «Sì, ma ti costerà caro.»

#4

Dev’essere orribile trovarsi di fronte a qualcuno che odi e non potergli mollare un ceffone, solo perché qualcun altro, più di mille anni fa, ha deciso che catturi in diagonale.

#5

Un pedone è soltanto un pedone, ma se non lo fai fuori oggi potresti pentirtene domani.

#6

Pedone centrale, lontano è il finale; pedone passato, finale agognato.

#7

La sottopromozione a un pezzo che non sia la donna è un’idea che non ammette vie di mezzo: o è geniale (A) o è idiozia (B). Nota: Per quanto riguarda gli spacconi, si veda il punto (B).

#8

Il pallone è rotondo, la scacchiera per fortuna no; se lo fosse, arroccare sarebbe un bel casino.

#9

Il prossimo che confonde gli scacchi con la dama, lo faccio Nero.

#10

Esiste un girone speciale all’inferno per quelli che acconciano i pezzi col tempo dell’avversario.

#11

Si dice “en passant”, non “impasse“; “inchiodatura”, non “inchiodata”; pedone”, non “pedina”; “casa”, non “casella”. È da queste piccole cose che si capisce se uno ha mai aperto un libro di scacchi.

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3. Elo

#1

Il punteggio Elo è un castigo divino.

#2

Il punteggio Elo non conta un bel niente; ognuno lo sa. E poi, se tutti giocassimo solo per guadagnare punti e acquisire categorie e titoli ufficiali, il mondo sarebbe davvero un pessimo luogo in cui vivere… (Ok, come non detto…)

#3

L’Elo logora chi non ce l’ha.

[Il potere logora chi non ce l’ha. (Erroneamente attribuita a Giulio Andreotti, ma di origine incerta.)]

#4

Qualcuno dovrebbe proporre l’introduzione di un punteggio “Ego”.

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4. Zeitnot

#1

Lo zeitnot è l’anima degli scacchi.

[Il pedone è l’anima degli scacchi. (François-André Danican Philidor)]

#2

Le mosse migliori le ho sempre giocate quand’ero a corto di tempo.

#3

Considerato che ognuno dà il meglio di sé sotto minaccia di estinzione, è proprio un gran bene che la nostra situazione sia disperata.

#4

Gli scacchi agonistici consistono nel saper prendere le giuste decisioni in condizioni di stress.

#5

Secondo un recente studio scientifico l’insicurezza è la principale causa di zeitnot.

#6

L’indecisione fra due mosse in apparenza identiche è il modo che ha la Natura per ricordarci che siamo umani; senza, potremmo ogni cosa — e Dio, se lo conosco bene, non approverebbe mai.

#7

Lo zeitnot trasforma una timida pioggia in un temporale.

#8

Con poco tempo sull’orologio, ogni minaccia è condanna.

#9

Quando lo zeitnot incalza, non c’è tempo per giocare a scacchi.

#10

Si legge “zaitnot”, e se hai tempo di dirlo, vuol dire che la cosa non ti riguarda.

#11

Zugzwang, Zeitnot, Zwischenzug: i tedeschi hanno così tante parole per dire che uno è nei guai.

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5. Sbagliare

#1

C’è un principio piuttosto semplice alla base del gioco degli scacchi: “Nessun errore, nessuna vittoria; la partita perfetta è una patta.” (Sempre che nessuno dimostri che 1.e4! vince forzatamente.)

#2

Errare humanum est, perseverare autem scacchisticum.

[Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. (Locuzione latina di origine incerta)]

#3

Le buone mosse sono tutte là sulla scacchiera, ma tu non le troverai.

[Gli errori sono tutti là sulla scacchiera, pronti per essere fatti. (Savelij Grigor’evič Tartakover)]

#4

Il Sacrificio e la Svista sono due facce della stessa Sconfitta.

#5

Se avessi un centesimo per ogni cappella giocata, vivrei da nababbo.

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6. Resistere

#1

Posso anche aver commesso innumerevoli errori, ma il sole seguiterà a splendere e la Terra a ruotare, se quell’altro non se ne accorge.

#2

Sbagliare si può e si deve, lo fanno tutti, come mangiare e dormire; ciò che la gente insiste a non capire è che non è ancora finita.

#3

Di norma, testardo è chi non vuole abbandonare e alla fine perde, mentre tenace è lo stesso individuo, se per caso riesce a pareggiare.

#4

Nel vantaggio persisti; e in svantaggio resisti!

#5

Nel vantaggio diffida; e in svantaggio la sfida!

#6

Nel vantaggio dilago; e in svantaggio mi svago!

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7. Rilassarsi

#1

Alzarsi dalla sedia per sgranchirsi un po’ le gambe durante una partita va bene; guardarsi intorno per distrarsi appena è ok; fare due passi, andare al bagno, un bicchier d’acqua, un biscottino, un saluto a un amico, perché no?; perfino gettare un’occhiata distratta alle altre scacchiere è un idea tutto sommato accettabile; ciò che non tollero è che poi uno pretenda perfino di non perdere.

#2

Abbassare la guardia dopo essere passati in vantaggio è un fatto istintivo e naturalissimo, di pura sopravvivenza darwiniana, serve a risparmiare energie: la mente non è fatta per lavorare sempre a pieno regime; perciò, quando vinciamo un pedone o conquistiamo una colonna, appende un cartello alla porta e si prende un caffè.

#3

Capiterà, è inevitabile: guadagnerai la coppia degli alfieri e ti sentirai invincibile. Niente paura, è normale; solo, quando accadrà, prenditi a sberle.

#4

La partita è finita quando si firma il formulario; fino ad allora, resta seduto e tieni i neuroni accesi!

#5

Se proprio vuoi rilassarti, fallo a torneo concluso.

#6

I più grandi scacchisti sono degli inguaribili pessimisti.

#7

Sulla scacchiera, come nella vita, tutto è sempre abbondantemente più difficile di quanto ti aspetti: prevedi il peggio e ti scoprirai ottimista.

#8

C’è un modo infallibile e collaudatissimo per perdere una partita vinta: continuare a giocare.

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8. Perdere

#1

Quando gioco con il Nero, perdo perché sono il Nero. Quando gioco con il Bianco, perdo perché sono umano.

[Quando gioco con il Bianco, vinco perché sono il Bianco. Quando gioco con il Nero, vinco perché sono Bogoljubov. (Efim Bogoljubov)]

#2

«In questo torneo ho un grande vantaggio: sono il solo a non dover affrontare nessuno.» (Un arbitro)

[In questo torneo ho un grande vantaggio: sono il solo a non dover affrontare Bogoljubov! (Efim Bogoljubov)]

#3

Io non perdo mai: o vinco o impalo.

[Io non perdo mai: o vinco o imparo. (Attribuito a Nelson Mandela)]

#4

Io non perdo mai: o vinco o baro.

[Ibidem]

#5

Perde il vincente che esulta; vince il perdente che esalta.

#6

Perdere è un conto, fa male e può farti sentire umiliato, ma se non riesci ad accettarlo avrai perso due volte.

#7

Perdere non è poi così disonorevole come si pensa; è nel come si affronta la sconfitta che ci si può realmente coprire di ridicolo.

#8

Conosco giocatori che non hanno mai perso una partita in vita loro; al massimo hanno buttato via una posizione tutto sommato giocabile.

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9. Analizzare

#1

Dopo la partita, gli Dei hanno messo l’analisi.

[Prima del finale, gli Dei hanno messo il mediogioco. (Siegbert Tarrasch)]

#2

L’analisi post mortem di una partita è dove il vincitore s’incensa e il vinto s’appella.

#3

È interessante seguire un’analisi fra principianti, è assai istruttivo: tutte le ipotesi vengono vagliate sino allo sfinimento, anche le meno plausibili, purché alla fine — in un modo o nell’altro — si abbia ragione.

#4

Un’analisi fra principianti non è che una rivincita a colori invariati fra i medesimi contendenti; la sola differenza è che finalmente si può parlare.

#5

Ho giocato un’intera partita nella convinzione di avere dinnanzi un raffinato pensatore; sfortunatamente, concluso il duello, il mio avversario ha aperto bocca.

#6

Se analizzare volesse dire perorare, i migliori maestri sarebbero avvocati; e invece analizzare vuol dire studiare, e infatti i migliori maestri sono studiosi.

#7

Una volta, per vincere una partita ho dovuto sconfiggere il mio avversario tre volte: la prima in sala torneo, la seconda in sala analisi, la terza in sala operatoria.

#8

Una volta, un tale mi disse: «Analizzare le partite, dici? Non sono abituato a esprimere giudizi su altri che non siano me. E poi,» aggiunse, «non parlo mai dei cretini, è una norma su cui non transigo.»

#9

Quando vincono, tutti sono ben lieti di invitarti in sala analisi. Certi sono persino capacissimi di offrirti il pranzo.

#10

Esiste, mi chiedo, un individuo più sgradevole di colui il quale ci abbia sconfitti? Lo stesso individuo, se simula dispiacere e prova a consolarci.

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10. Pattare

#1

«Offro patta.»

«Noi non facciamo accordi coi terroristi.»

#2

Quando il diavolo ti accarezza, vuole la patta.

[Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima. (Proverbio italiano)]

#3

“Pari” non significa “Patta”, così come “Puro” non significa “Putto”.

#4

Se davvero la posizione finale fosse stata patta, tu e il tuo avversario sareste ancora in sala di gioco a tentare di dimostrarlo.

#5

Quando, la prossima volta, concorderai una patta anzitempo, osserva attentamente il vuoto sul tuo formulario; quegli spazi bianchi sono tutto ciò che hai imparato.

#6

Pagare 50 euro per un torneo di cinque turni, per poi pattare d’accordo in appena quindici mosse, è qualcosa di profondamente antieconomico; vuol dire aver pagato 66 centesimi di euro a mossa in quella partita.

#7

Siamo qui per giocare, no? E allora giochiamo!

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11. Pratica

#1

Giocare, giocare, giocare: se tutti lo facessero ogni giorno, fin da piccoli, avremmo un Grande Maestro in ogni condominio.

#2

Ogni buon giocatore ha perso almeno un migliaio di partite; tanto vale portarsi avanti col lavoro.

#3

Ogni minuto trascorso davanti a una scacchiera o a un buon libro è ben speso.

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12. Maestria

#1

Essere forti è soddisfacente, certo, ma insegnare, signori, insegnare…

#2

Meglio un giorno da istruttore che cento da maestro.

[È meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora. (Ignazio Pisciotta)]

#3

Nel principiante si ammassano a decine le certezze; il maestro, invece, è schiavo del dubbio.

#4

L’occhio del principiante vaga incontrollato per la scacchiera; quello del maestro non sa scollarsi da un punto esatto, il solo che sia veramente importante.

#5

I maestri hanno questa cosa chiamata intuito, forgiato da milioni e milioni di posizioni analizzate, e che sarebbe meglio, invece, definire “udito” scacchistico. La scacchiera, infatti, ti parla: «Attacca!» ti dice. E un attimo dopo: «Difendi, somaro!» Capisci? Non puoi semplicemente fare di testa tua. La posizione ci parla, e il solo nostro dovere è di ascoltarla e provare a capire cosa ci chiede; delle volte urla talmente forte che solo un sordo potrebbe non udirla, e queste sono le mosse facili; delle altre, invece, sussurra, ahimè.

#6

Esistono al mondo tre tipi di giocatori: i primi sono quelli che non vedono mai i tatticismi, e perciò si dicono principianti; i secondi sono quelli che non vedono altro che tatticismi, e li si chiama amatori; i terzi sono quelli che all’occorrenza vi rinunciano, e questi, finalmente, sono i maestri.

#7

Ogni giocatore, se ha fortuna, attraverserà fino a quattro fasi: la prima è quando ancora perde partite perse; la seconda è quando inizia a capitargli di perdere partite vinte; la terza è quando, poco a poco, le partite vinte impara a vincerle; la quarta è quando infine — ma questo accade solo ai migliori fra noi — fa suo il cattivo vezzo di vincere le partite perse.

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13. Tattica

#1

La tattica è il tentativo dell’uomo di mettere ordine nel caos.

#2

In guardia, scacchisti, la tattica è ovunque: dove c’è tensione di pezzi o pedoni, dove i re sono esposti o a corto di case, dove un pezzo è sospeso, inchiodato, dominato, sovraccarico o decentrato, ecco che lì, quasi per certo, v’è il tatticismo o la combinazione.

#3

“Tattica, tattica, tattica…” T’hanno fatto pure la canzone e tu, neanche oggi, hai fatto i tuoi esercizi!

#4

Saper collegare il giusto piano di gioco a una specifica struttura pedonale è certamente un ottimo punto di partenza, ma se non vedi le forchette o i matti in due, la vedo dura…

#5

Onestamente non comprendo chi si ostina a parlare di tattica e di strategia come di cose separate: per come la vedo io, ogni mossa ha dentro di sé una doppia anima tattico-strategica, è solo che delle volte prevale l’una anziché all’altra, e viceversa. Se gioco, ad esempio, 1.e4, chiunque verrà a raccontarmi di come e quanto io stia occupando il centro, e questo rientra senz’altro nella strategia, ma provate a rispondere con 1.d5, e dopo 2.exd5 vi accorgerete che sulla scacchiera c’è un pedone in meno.

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14. Strategia

#1

La Strategia è l’arte di arredare con gusto e funzionalità la posizione. La scacchiera è un appartamento zeppo di elementi e lo scacchista-arredatore studia continuamente il modo di migliorare l’effetto finale; è un fatto sia estetico che pratico: migliora i pezzi, previene le minacce, apre nuovi fronti e linee di gioco, indebolisce case avversarie, modifica le strutture pedonali a proprio vantaggio, e così via. Questo, signori, è il mestiere dello stratega.

#2

Non si vede bene che col computer. La strategia è invisibile agli occhi.

[Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. (Antoine de Saint-Exupéry)]

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15. Aperture

#1

Patti chiari e amicizia lunga: in apertura i pezzi si muovono una e una sola volta; se trovo due delle tue impronte sullo stesso cavallo quando ancora non è terminato lo sviluppo, dovrai vedertela con me!

#2

E che non ti salti in mente di mangiare un pedone in apertura!

#3

1) Conquista il centro: occupalo, controllalo; 2) sviluppa i pezzi armoniosamente e presto (se necessario, sacrifica qualche pedone); 3) arrocca appena possibile e metti il tuo re al sicuro. Ecco qua, sei pronto: per diventare Grande Maestro non serve altro.

#4

La preparazione in apertura è davvero importante solo se devi affrontare un avversario che sia, a sua volta, preparato, perché è qualcosa di simile al saper parlare una lingua: uno studia per mesi e mesi la grammatica, prende lezioni, ascolta e legge contenuti in lingua originale e fa pure un viaggio per perfezionare la pronuncia, ma poi torna a casa, e nessuno parla altro che il dialetto della sua zona.

#5

Prima dell’avvento dei computer gli scacchi erano un gioco rispettabile, roba da intenditori; adesso qualsiasi Terza Nazionale può snocciolarti trentadue mosse di teoria senza troppi problemi; contro questi giocatori è sempre meglio aprire di pedone “h”.

#6

Tutti hanno un bel dire che le aperture sono importanti, ma io sono anni che vinco con la Pirc.

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16. Finali

#1

Una volta, qualcuno mi disse: “I finali? Non mi servono: io devo vincere prima!”

#2

Non migliorerai i tuoi scacchi se continui a dire: «Un’ultima blitz e poi mi tuffo sui finali, promesso!»

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17. Tecnologia

#1

Un account premium sulle chess-rooms più cool del world wide web è un top tool deluxe per affinare skills e acquisire knowledge, ma se non corri immediatamente a iscriverti a un circolo di persone in carne e ossa, verrò a prenderti adesso, ovunque tu sia, e allora scoprirai che alcuni pezzi sono capaci di movimenti che non sospettavi!

#2

Guardare videolezioni su YouTube non ti farà diventare un giocatore migliore, così come andare a teatro non migliorerà la tua dizione.

#3

Davvero non capisco: conosco a memoria tutte le più note trappole d’apertura, ho visto e rivisto tutte le playlist della serie “Vincere col Gambetto XYZ” e giocato almeno un milione di partite bullet su internet, senza contare che conosco a menadito i nomi e i punteggi Elo dei più forti campioni in attività e sono fra i membri più attivi nei forum di gossip scacchistico; come mai, allora, non miglioro?

#4

Giocare contro il computer come allenamento? Non saprei… È un po’ come andare a lezione di musica da un lettore CD: conosce a memoria l’intero repertorio e lo esegue molto meglio te, ma se gli chiedi un consiglio ti ignora.

#5

Finire una partita e darla in pasto a un computer, senza prima averci ragionato un po’ su, è del tutto illogico e lo si potrebbe spiegare con un parallelismo: uno consuma un pasto completo, durato magari alcune ore, la cui preparazione ha richiesto anche di più, ma invece che digerirlo… si precipita in bagno per rigettarlo. In entrambi i casi, non si assimila niente.

#6

Barare a scacchi è il delitto peggiore al mondo: nessuna pena è abbastanza.

#7

La ragione per cui ai tornei non sono ammessi dispositivi elettronici è che al giorno d’oggi troppa gente si confonde fra toilette e sala analisi…

#8

Le nuove tecnologie hanno corrotto un gioco altrimenti nobilissimo; Caissa dev’essere assai adirata con noi.

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18. Libri

#1

Che cos’è una “una vasta erudizione di superficie”? È la conoscenza del sentito dire, dei video su YouTube, dei post su Facebook, dei programmi TV. Aprite i libri, perdio!

#2

Nelle partite dei Grandi Maestri le perle maggiori sono nei sottintesi, nelle mosse non giocate, nelle varianti scartate, nei tranelli evitati; nella mente, cioè, dei due giocatori: ciò che si vede è solo la punta dell’iceberg; il meglio è nei commenti del dopopartita, sulle riviste e sui libri.

#3

Se ogni NC avesse sul comodino un eserciziario tattico, un’antologia di partite commentate e un manuale sui finali, in pochi mesi festeggerebbe la Terza Nazionale.

#4

Per fare progressi negli scacchi, tre cose sono importanti: un libro, una scacchiera e un avversario.

#5

Per migliorare a scacchi non basta acquistare libri, si deve anche leggerli.

#6

È davvero troppo sperare che qualcuno li legga, questi dannati libri?

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19. Obiettivi

#1

In fondo, il tempo per le cose superflue si trova sempre: basta delegare agli altri le necessarie.

#2

Saper dire di no è un’arte, come giocare a scacchi: tutti vogliono un po’ del tuo tempo, ma nella vita non puoi mangiare chi tenta di rubartelo.

#3

«Non ho mai imparato a pronunciare quella parola che serve a esprimere negazione e rifiuto» disse l’uomo che si lamentava di non avere mai tempo.

#4

Ricetta per un perfetto piano d’allenamento: per prima cosa, dividete la giornata in tanti piccoli blocchi di tempo; separate poi ogni blocco nettamente, l’un dall’altro, come compartimenti stagni; assegnate a ogni blocco un’attività specifica non modificabile, assicurandovi che per ognuna non sia possibile operare scambi e sostituzioni; mettete tutto per iscritto nel modo più ordinato e schematico; da ultimo, accartocciate il foglio e dategli fuoco. Nota: per una migliore riuscita, è consigliabile attendere e stare a guardare sino a che la combustione non si sia esaurita.

#5

Il successo nella vita è direttamente proporzionale al numero di panini consumati per pranzo; la strada per il successo è interamente lastricata di panini imbottiti: se hai un obiettivo, non c’è tempo per forchetta e coltello.

#6

Se hai ambizione, rinuncia a piacere a tutti. C’è un mare di gente che ha i tuoi stessi obiettivi. Per la gran parte di essi il tuo successo è la propria rovina: è il loro stesso istinto di sopravvivenza a imporre ai tuoi avversari di odiarti.

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